Archivio degli articoli con tag: nucleare

Dalle valli del Lombardo-Veneto alla Sicilia, in prima fila nel sostegno ai quesiti contro la privatizzazione anche molti sindaci di Lega e centrodestra, mentre il Pd che ora fa campagna per il “sì” è stato a lungo su posizioni liberiste

di Valerio Gualerzi

La Repubblica, 03 giugno 2011

ROMA – Cosa hanno in comune il sindaco siciliano di Menfi e quello leghista di Bardolino? I vescovi e i centri sociali? Hanno in comune un bene, anzi un bene comune: l’acqua. E per difenderlo dalla speculazione e dalla logica del profitto hanno deciso di schierarsi a favore dei referendum contro la privatizzazione delle reti idriche del 12 e 13 giugno. Se è vero che raggiungere il quorum sarà molto difficile, una delle chiavi per un eventuale successo è proprio la trasversalità del sostegno al “sì” ai quesiti che riguardano la gestione degli acquedotti. Non solo quella tutto sommato poco sorprendente tra l’area anticapitalista dei no global e il richiamo della Cei 1 al francescano “molto utile et humile et pretiosa et casta sor Aqua”, ma anche quella che passa dentro partiti e coalizioni. Leggi il seguito di questo post »

Anche la Germania è un paese emotivo?

Roma, 30 maggio 2011. “Altro che nucleare indispensabile: dalla Germania arriva una lezione magistrale per chi continua a sostenere, anche di fronte alla sciagura di Fukushima, l’ineluttabilità dell’atomo”. Le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ accolgono come “un trionfo” l’annuncio tedesco dello stop definitivo al nucleare in 10 anni. “Chi ci governa e sostiene che al nucleare non c’è alternativa – sottolineano le associazioni – dovrebbe fare un bagno di realtà e guardare alla Germania, il paese più industrializzato d’Europa, come la dimostrazione che il futuro è altrove: nelle energie pulite, nell’efficienza. Parole che il governo in Italia conosce poco e frequenta ancor meno”. Dunque, conclude il Comitato, “dire ‘no’ al nucleare non è questione di emotività – come sostiene questo governo che sull’atomo ha dovuto fare una plateale retromarcia impaurito dall’opinione e dalla mobilitazione degli italiani – è questione di lungimiranza”.

Dalla Sardegna vittoria eclatante per tutto il Paese

“Il ‘no’ al nucleare ha stravinto. Un segnale chiaro a chi pensa che gli italiani si faranno prendere per il naso. Dalla Sardegna arriva una vittoria eclatante, e non solo per i cittadini dell’isola. Ogni italiano voterebbe allo stesso modo. Il Parlamento nazionale, che domani si appresta a decidere sul finto stop al nucleare proposto dal governo, ne prenda atto”. Le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ esultano all’esito del referendum consultivo: “Un risultato eclatante vista la scarsissima presa degli ultimi referendum. E tanto più forte perché arriva dopo mesi di disinformazione e boicottaggio sul nucleare”.

Il comitato sottolinea la portata del voto: “In Sardegna il quorum è stato calcolato sul totale degli aventi diritto al voto,circa 1.480.000 persone. Solo il 25% dei quali è stato interessato anche dalle amministrative (93 comuni su 377). Segno che il no degli italiani al nucleare vince anche sui trucchetti come il mancato accorpamento alle amministrative – che ci costa 400 milioni di euro circa – e la disinformazione: dalla moratoria sulle centrali al regolamento Rai approvato con un mese di ritardo fino al finto stop in discussione domani alla Camera”. Proprio ai deputati il le associazioni rivolgono un appello: “Non si prestino alla presa in giro contenuta nel decreto Omnibus: non basta mettere in pausa il nucleare, bisogna cancellarlo e aprire le porte ad un futuro libero da scorie e radiazioni”.

La Camera non si presti al gioco: no al raggiro del dl Omnibus

“Il Parlamento non si presti a questo raggiro che vuole cancellare il referendum senza fermare veramente i programmi atomici del governo”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, 80 associazioni per il ‘sì’ al referendum contro il ritorno dell’Italia all’energia dell’atomo, rivolge un appello ai deputati che hanno avviato oggi la discussione in Aula sul decreto Omnibus. “E’ stato detto chiaramente che lo stop al nucleare è in realtà solo una pausa per evitare il referendum: i deputati – chiedono le associazioni – non si rendano complici di questo raggiro che, per il timore del governo di prendere una batosta, scippa agli italiani il diritto riconosciuto dalla Costituzione ad esprimersi sul loro futuro”. ll voto “schiacciante” della Sardegna, continua la nota, “dimostra che non basterà rimandare di qualche mese o qualche anno i programmi atomici: l’Italia il nucleare non lo vuole. Il Parlamento non si renda complice di questo scippo di democrazia, non tolga agli italiani il diritto a far sentire la propria voce”.

di Christian Raimo

Un prof con i suoi studenti a un convegno sulle «energie del futuro» che in realtà è uno spot per l’atomo, nonostante Fukushima. E il referendum è servito

Fai l’insegnante in un liceo. Un giorno senti il tuo presidente del consiglio attaccarti come categoria in sé, perché non «trasmetti i valori della famiglia» ai tuoi studenti. Un altro giorno ti capita di accompagnarli, i tuoi studenti, a una conferenza informativa della Fondazione Veronesi sull’Energia del futuro: proposte energetiche per un futuro sostenibile. Insieme a te, al teatro Quirino a Roma, alle nove e mezza di mattina, ci sono un’altra trentina di insegnanti, soprattutto di scienze o di fisica, e con loro un trecento quattrocento ragazzi del triennio di vari licei della provincia di Roma. Leggi il seguito di questo post »

OPEN LETTER
April 26, 2011
To: World Leaders
From: Nobel Peace Laureates

Choose Renewable Energy Over Nuclear Power: Nobel Peace Laureates to World Leaders

 On the twenty-fifth anniversary of the Chernobyl nuclear disaster in Ukraine–and more than two months after the massive earthquake and tsunami that devastated Japan–we the undersigned Nobel Peace Laureates ask you to invest in a safer and more peaceful future by committing to renewable energy sources.  It is time to recognize that nuclear power is not a clean, safe or affordable source of energy. Leggi il seguito di questo post »

Il 75% degli italiani contro il nucleare

Sulla Repubblica di oggi il punto sulla situazione politica sui referendum, coi risultati di un sondaggio che conferma: 3 italiani su 4 bocciano il nucleare.

Il Manifesto pubblica un appello (“Sì al referendum contro le manovre del governo”) sostenuto da ricercatori, politici, ambientalisti, comitati.

Liberazione ospita un intervento di Giuseppe Giulietti (“Il ‘grande imbroglione’ cerca di scippare la democrazia”)

Governo blocca monitoraggio Greenpeace delle radiazioni in mare

Il governo del Giappone ha rifiutato a Greenpeace il permesso di condurre un monitoraggio indipendente sulla presenza di radioattività nelle acque territoriali vicine alla centrale nucleare di Fukushima. È stato autorizzato solo un programma di ricerche molto più limitato, a maggior distanza dalla costa. Leggi il seguito di questo post »

Manifestazione a 25 anni da disastro di Chernobyl
26 aprile, 13:05

(ANSA) – VENEZIA, 26 APR – Contro il nucleare e in appoggio del referendum che chiede di vietare le centrali in Italia circa 300 persone di associazioni ambientaliste hanno attuato oggi un flash mob in Piazza San Marco a Venezia.

L’occasione e’ stata data dal 25/o anniversario del disastro di Chernobyl, che giunge poco dopo la crisi nucleare giapponese di Fukushima. Ad organizzare la protesta – tra lo stupore dei turisti – gli aderenti al Comitato che raccoglie oltre 70 associazioni per il si’ al referendum anti-nucleare in Italia.

fonte ANSA

di Gaetano Azzariti

Il manifesto – 21 aprile 2011

Spetterà all’Ufficio centrale presso la Corte di cassazione stabilire se il referendum indetto per il 12 e 13 giugno sul nucleare potrà essere annullato dall’approvazione della nuova normativa che il governo ha intenzione di fare approvare dal Parlamento. La decisione che i giudici dovranno adottare è delicata e non può essere data per scontata. Non è infatti sufficiente l’abrogazione della normativa oggetto della richiesta di referendum. Sul punto la giurisprudenza della Corte costituzionale si è espressa in modo chiaro sin dal lontano 1978 (sent. n. 68 del 1978): la modifica legislativa intervenuta nel corso del procedimento referendario non è in grado di impedire lo svolgimento del referendum qualora l’abrogazione non colpisca «i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente» ovvero «i contenuti normativi essenziali dei singoli precetti». In tali casi il referendum si effettua egualmente, sebbene «sulle nuove disposizioni legislative». Il linguaggio della Corte sarà tecnico, ma il senso è del tutto evidente. Ciò che si vuole evitare è che la maggioranza parlamentare introduca modifiche marginali ovvero adotti un escamotage normativo – come ben evidenziava l’intervento ieri del ministro per lo sviluppo economico Romani – al solo fine di impedire l’espressione della volontà popolare. È perciò che è stato assegnato a un giudice (l’Ufficio centrale) il delicatissimo compito di valutare la natura dell’abrogazione e se questa soddisfi o meno la pretesa dei promotori del referendum. Leggi il seguito di questo post »