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Ballarò e Anno Zero: no ai comitati referendari in studio

A sei giorni dai referendum del 12 e 13 giugno, il Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune è costretto a rilevare un vero e proprio muro di gomma rispetto ai talk show di informazione Rai.

Le prossime puntate di Ballarò e Anno Zero saranno interamente dedicate ai referendum, nonostante questo le testate giornalistiche preferiscono chiamare in trasmissione rappresentanti partitici: gli unici, a quanto pare, abilitati a parlare in televisione. Troviamo scandaloso che il Comitato Promotore, quello che ha raccolto un milione e quattrocentomila firme e che ha promosso i referendum venga sistematicamente escluso o ridotto al ruolo di comprimario. Un vero e proprio blocco a chi non ha in tasca una tessera partitica, in barba agli autorevoli appelli del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che aveva raccomandato la presenza dei comitati promotori nei programmi Rai. Ricordando a tutti che il Comitato Promotore è un soggetto costituzionalmente riconosciuto rimaniamo basiti di fronte alla mancanza di rispetto per il lavoro di migliaia di volontari sparsi per tutto il territorio nazionale.

Ci spiace constatare la disattenzione di programmi percepiti più attenti alle tematiche sociali. Diamo invece atto a Bruno Vespa di aver invitato a Porta a Porta un rappresentate del Comitato Promotore dei referendum pro acqua pubblica.

Roma, 6 giugno 2011

Luca Faenzi
Ufficio Stampa Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune
ufficiostampa@acquabenecomune.org

Dalle valli del Lombardo-Veneto alla Sicilia, in prima fila nel sostegno ai quesiti contro la privatizzazione anche molti sindaci di Lega e centrodestra, mentre il Pd che ora fa campagna per il “sì” è stato a lungo su posizioni liberiste

di Valerio Gualerzi

La Repubblica, 03 giugno 2011

ROMA – Cosa hanno in comune il sindaco siciliano di Menfi e quello leghista di Bardolino? I vescovi e i centri sociali? Hanno in comune un bene, anzi un bene comune: l’acqua. E per difenderlo dalla speculazione e dalla logica del profitto hanno deciso di schierarsi a favore dei referendum contro la privatizzazione delle reti idriche del 12 e 13 giugno. Se è vero che raggiungere il quorum sarà molto difficile, una delle chiavi per un eventuale successo è proprio la trasversalità del sostegno al “sì” ai quesiti che riguardano la gestione degli acquedotti. Non solo quella tutto sommato poco sorprendente tra l’area anticapitalista dei no global e il richiamo della Cei 1 al francescano “molto utile et humile et pretiosa et casta sor Aqua”, ma anche quella che passa dentro partiti e coalizioni. Leggi il seguito di questo post »

“Sei minuti al giorno, in media, tra spot e tribune elettorali, per ciascun quesito. Mai in prima serata. E poi è vietato parlare del 12 e 13 giugno nelle trasmissioni di approfondimento e attualità. Eccola l’informazione Rai sui referendum, ecco come la tv pubblica risponde ai richiami del presidente della Repubblica e dell’Agcom”. A protestare contro “la censura” in atto sulla Rai sono i comitati ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ e ‘2 Sì per l’acqua bene comune’, in presidio permanente davanti a Montecitorio per protestare contro il dl omnibus. “Una situazione inaccettabile: ecco perché – annunciano i comitati – una nostra delegazione sta andando sotto la sede della Rai per chiedere di essere ricevuta e pretendere un immediato cambio di rotta sull’informazione per i referendum. E poi sarà la volta dell’Agcom”.

Ad ogni referendum, spiegano i Comitati ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ e ‘2 Sì per l’acqua bene comune’, da qui alla data del voto toccano 3 spot e 5 tribune elettorali (sia gli uni che le altre prevedono opinioni pro e contro), per un totale medio di 1,2 minuti a giorno di spot e 5 di tribune (totale reti Rai). A rendere ancora più ”ridicola” la faccenda, sottolineo le associazioni, sono gli orari di trasmissione: alle 9 di mattina su Rai 3 gli spot, alle 15 e alle 17 sul Due e sul Tre le tribune. “E hanno la faccia tosta di chiamarla informazione? A noi sembra l’ennesima presa in giro per affossare i referendum”, protestano i Comitati. “Mentre qualcuno può permettersi messaggi a reti unificate in violazione della par condicio, ai quesiti vengono lasciate le briciole. A questo punto le promesse non bastano più. Pretendiamo informazione corretta, esaustiva e in orari di massimo ascolto”.

Il 75% degli italiani contro il nucleare

Sulla Repubblica di oggi il punto sulla situazione politica sui referendum, coi risultati di un sondaggio che conferma: 3 italiani su 4 bocciano il nucleare.

Il Manifesto pubblica un appello (“Sì al referendum contro le manovre del governo”) sostenuto da ricercatori, politici, ambientalisti, comitati.

Liberazione ospita un intervento di Giuseppe Giulietti (“Il ‘grande imbroglione’ cerca di scippare la democrazia”)

Governo blocca monitoraggio Greenpeace delle radiazioni in mare

Il governo del Giappone ha rifiutato a Greenpeace il permesso di condurre un monitoraggio indipendente sulla presenza di radioattività nelle acque territoriali vicine alla centrale nucleare di Fukushima. È stato autorizzato solo un programma di ricerche molto più limitato, a maggior distanza dalla costa. Leggi il seguito di questo post »

di Marco Boato

Terra news, Giovedì 28 aprile 2011

Si è creata ad arte molta confusione nell’opinione pubblica in relazione al referendum antinucleare già indetto per domenica 12 e lunedì 13 giugno. E’ bene ricapitolare come stanno le cose e cercare di fare chiarezza, al di là della cortina fumogena con cui si sta tentando di annebbiare le idee ai cittadini, per indurli a non partecipare alla consultazione referendaria.

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Niente da fare per il regolamento sulla par condicio

La commissione di Vigilanza non ha ancora approvato il regolamento della par condicio per i referendum del 12 e 13 giugno. Il Senato non si riunisce prima di maggio: il prossimo appuntamento dovrebbe essere martedì 3. E l’informazione?