Cara redazione di Ballarò / Annozero,

sembrate appartenere alla libera informazione, ma intanto Vespa è stato l’unico conduttore di talk show che si è comportato correttamente con il Comitato Promotore dei referendum per l’acqua.

Non avete capito nulla di quello che sta succedendo in questo Paese.

Pensate che il grande risultato delle elezioni amministrative sia la spinta per i referendum e invece è stata la spinta dei referendum (1,4 milioni di firme per l’acqua, do you remember?) a produrre il grande risultato delle elezioni amministrative.

Continuate a pensare che il Paese sia diviso tra il tiranno e l’opposizipne di centro-sinistra e non avete capito che c’è una società dal basso che vuole cacciare Berlusconi, ma che al contempo non ne può più di un centro-sinistra politicista e liberista.

Non evete filato i referendum, fino a che il blocco di potere “Repubblica/Espresso/Pd” non ha immaginato che il referendum potesse essere utilizzato come “spallata” per il tiranno; solo allora siete scesi in campo, ma., mancandovi le basi per capire il protagonismo sociale in atto, non riuscite ad invitare l’anomalia del Comitato promotore (che non ha tessere e guarda al futuro) e ricorrete allo stantio copione del chiacchericcio fra opinionisti e politicanti.

Mi fate tristezza.

Forse un giorno non ci sarete più.
Se quel giorno nessuno farà manifestazioni di popolo per voi, forse allora intuirete il perchè.

Marco Bersani
Comitato Referendario “2 SI per l’acqua bene comune”

Ballarò e Anno Zero: no ai comitati referendari in studio

A sei giorni dai referendum del 12 e 13 giugno, il Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune è costretto a rilevare un vero e proprio muro di gomma rispetto ai talk show di informazione Rai.

Le prossime puntate di Ballarò e Anno Zero saranno interamente dedicate ai referendum, nonostante questo le testate giornalistiche preferiscono chiamare in trasmissione rappresentanti partitici: gli unici, a quanto pare, abilitati a parlare in televisione. Troviamo scandaloso che il Comitato Promotore, quello che ha raccolto un milione e quattrocentomila firme e che ha promosso i referendum venga sistematicamente escluso o ridotto al ruolo di comprimario. Un vero e proprio blocco a chi non ha in tasca una tessera partitica, in barba agli autorevoli appelli del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che aveva raccomandato la presenza dei comitati promotori nei programmi Rai. Ricordando a tutti che il Comitato Promotore è un soggetto costituzionalmente riconosciuto rimaniamo basiti di fronte alla mancanza di rispetto per il lavoro di migliaia di volontari sparsi per tutto il territorio nazionale.

Ci spiace constatare la disattenzione di programmi percepiti più attenti alle tematiche sociali. Diamo invece atto a Bruno Vespa di aver invitato a Porta a Porta un rappresentate del Comitato Promotore dei referendum pro acqua pubblica.

Roma, 6 giugno 2011

Luca Faenzi
Ufficio Stampa Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune
ufficiostampa@acquabenecomune.org

Dalle valli del Lombardo-Veneto alla Sicilia, in prima fila nel sostegno ai quesiti contro la privatizzazione anche molti sindaci di Lega e centrodestra, mentre il Pd che ora fa campagna per il “sì” è stato a lungo su posizioni liberiste

di Valerio Gualerzi

La Repubblica, 03 giugno 2011

ROMA – Cosa hanno in comune il sindaco siciliano di Menfi e quello leghista di Bardolino? I vescovi e i centri sociali? Hanno in comune un bene, anzi un bene comune: l’acqua. E per difenderlo dalla speculazione e dalla logica del profitto hanno deciso di schierarsi a favore dei referendum contro la privatizzazione delle reti idriche del 12 e 13 giugno. Se è vero che raggiungere il quorum sarà molto difficile, una delle chiavi per un eventuale successo è proprio la trasversalità del sostegno al “sì” ai quesiti che riguardano la gestione degli acquedotti. Non solo quella tutto sommato poco sorprendente tra l’area anticapitalista dei no global e il richiamo della Cei 1 al francescano “molto utile et humile et pretiosa et casta sor Aqua”, ma anche quella che passa dentro partiti e coalizioni. Leggi il seguito di questo post »

“Sei minuti al giorno, in media, tra spot e tribune elettorali, per ciascun quesito. Mai in prima serata. E poi è vietato parlare del 12 e 13 giugno nelle trasmissioni di approfondimento e attualità. Eccola l’informazione Rai sui referendum, ecco come la tv pubblica risponde ai richiami del presidente della Repubblica e dell’Agcom”. A protestare contro “la censura” in atto sulla Rai sono i comitati ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ e ‘2 Sì per l’acqua bene comune’, in presidio permanente davanti a Montecitorio per protestare contro il dl omnibus. “Una situazione inaccettabile: ecco perché – annunciano i comitati – una nostra delegazione sta andando sotto la sede della Rai per chiedere di essere ricevuta e pretendere un immediato cambio di rotta sull’informazione per i referendum. E poi sarà la volta dell’Agcom”.

Ad ogni referendum, spiegano i Comitati ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ e ‘2 Sì per l’acqua bene comune’, da qui alla data del voto toccano 3 spot e 5 tribune elettorali (sia gli uni che le altre prevedono opinioni pro e contro), per un totale medio di 1,2 minuti a giorno di spot e 5 di tribune (totale reti Rai). A rendere ancora più ”ridicola” la faccenda, sottolineo le associazioni, sono gli orari di trasmissione: alle 9 di mattina su Rai 3 gli spot, alle 15 e alle 17 sul Due e sul Tre le tribune. “E hanno la faccia tosta di chiamarla informazione? A noi sembra l’ennesima presa in giro per affossare i referendum”, protestano i Comitati. “Mentre qualcuno può permettersi messaggi a reti unificate in violazione della par condicio, ai quesiti vengono lasciate le briciole. A questo punto le promesse non bastano più. Pretendiamo informazione corretta, esaustiva e in orari di massimo ascolto”.

Anche la Germania è un paese emotivo?

Roma, 30 maggio 2011. “Altro che nucleare indispensabile: dalla Germania arriva una lezione magistrale per chi continua a sostenere, anche di fronte alla sciagura di Fukushima, l’ineluttabilità dell’atomo”. Le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ accolgono come “un trionfo” l’annuncio tedesco dello stop definitivo al nucleare in 10 anni. “Chi ci governa e sostiene che al nucleare non c’è alternativa – sottolineano le associazioni – dovrebbe fare un bagno di realtà e guardare alla Germania, il paese più industrializzato d’Europa, come la dimostrazione che il futuro è altrove: nelle energie pulite, nell’efficienza. Parole che il governo in Italia conosce poco e frequenta ancor meno”. Dunque, conclude il Comitato, “dire ‘no’ al nucleare non è questione di emotività – come sostiene questo governo che sull’atomo ha dovuto fare una plateale retromarcia impaurito dall’opinione e dalla mobilitazione degli italiani – è questione di lungimiranza”.

voto-fuori-sedePuoi votare in un seggio diverso da quello di appartenenza se verrai nominato Rappresentante dei promotori.

Basta avere con te la tessera elettorale.
Per diventare Rappresentante compila il modulo che trovi qui e verrai inserito/a e contattato/a.

Non aspettare c’è tempo fino al Domenica 5 Giugno!

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Rappresentante di lista (Wikipedia)

pagina dedicata

Dalla Sardegna vittoria eclatante per tutto il Paese

“Il ‘no’ al nucleare ha stravinto. Un segnale chiaro a chi pensa che gli italiani si faranno prendere per il naso. Dalla Sardegna arriva una vittoria eclatante, e non solo per i cittadini dell’isola. Ogni italiano voterebbe allo stesso modo. Il Parlamento nazionale, che domani si appresta a decidere sul finto stop al nucleare proposto dal governo, ne prenda atto”. Le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ esultano all’esito del referendum consultivo: “Un risultato eclatante vista la scarsissima presa degli ultimi referendum. E tanto più forte perché arriva dopo mesi di disinformazione e boicottaggio sul nucleare”.

Il comitato sottolinea la portata del voto: “In Sardegna il quorum è stato calcolato sul totale degli aventi diritto al voto,circa 1.480.000 persone. Solo il 25% dei quali è stato interessato anche dalle amministrative (93 comuni su 377). Segno che il no degli italiani al nucleare vince anche sui trucchetti come il mancato accorpamento alle amministrative – che ci costa 400 milioni di euro circa – e la disinformazione: dalla moratoria sulle centrali al regolamento Rai approvato con un mese di ritardo fino al finto stop in discussione domani alla Camera”. Proprio ai deputati il le associazioni rivolgono un appello: “Non si prestino alla presa in giro contenuta nel decreto Omnibus: non basta mettere in pausa il nucleare, bisogna cancellarlo e aprire le porte ad un futuro libero da scorie e radiazioni”.

Una strana privatizzazione e gli affari della malavita: in Calabria migliaia di persone costrette a combattere per un servizio fondamentale

di Paolo Rumiz

La Repubblica, 16 maggio 2011

Attenti. I tamburi delle acque libere rullano a Sud, nella penultima nocca del ditone calabro, sui monti chiamati “Le Serre”. È la lotta di migliaia di abitanti stanchi di una privatizzazione zoppa che, in una terra benedetta dalle migliori sorgenti della Penisola, li obbliga a bere un liquido alla candeggina. Li vedi in processione tra i boschi, silenziosi e furenti, a caccia delle antiche fontane per riempirsi il cofano con le bottiglie di sopravvivenza. Tutta gente che promette sfracelli ai referendum di giugno. Una miccia che inquieta il Palazzo e i padroni delle acque.
Non la vogliono. Quella cosa che esce dai rubinetti è – dicono – iperclorata, sa di ruggine e ha il colore del fango. E viene dalla diga più malavitosa d´Italia, quella dell´Alaco, tra Badolato e Serra San Bruno, famosa per essere costata il decuplo del previsto. Sono anni che la gente ha paura di quell´invaso, ma negli ultimi mesi un balletto di ordinanze di non potabilità (quella di Vibo Valentia è durata 106 giorni!) poi revocate a macchia di leopardo, o reiterate all´interno della stessa rete, ha esasperato il problema, e ora il “tam-tam” corre anche sul web, contesta le rassicurazioni dei gestori, buca il silenzio di chi ha paura. Leggi il seguito di questo post »

La Camera non si presti al gioco: no al raggiro del dl Omnibus

“Il Parlamento non si presti a questo raggiro che vuole cancellare il referendum senza fermare veramente i programmi atomici del governo”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, 80 associazioni per il ‘sì’ al referendum contro il ritorno dell’Italia all’energia dell’atomo, rivolge un appello ai deputati che hanno avviato oggi la discussione in Aula sul decreto Omnibus. “E’ stato detto chiaramente che lo stop al nucleare è in realtà solo una pausa per evitare il referendum: i deputati – chiedono le associazioni – non si rendano complici di questo raggiro che, per il timore del governo di prendere una batosta, scippa agli italiani il diritto riconosciuto dalla Costituzione ad esprimersi sul loro futuro”. ll voto “schiacciante” della Sardegna, continua la nota, “dimostra che non basterà rimandare di qualche mese o qualche anno i programmi atomici: l’Italia il nucleare non lo vuole. Il Parlamento non si renda complice di questo scippo di democrazia, non tolga agli italiani il diritto a far sentire la propria voce”.